Ne è passato di tempo da quando Vittorio Angius parla dei sarti sassaresi dice che “…sono nel numero degli otto antichi Gremi… e portano come propria insegna nella bandiera gialla una colomba…I sarti di arte gentile, che lavorano vesti da uomo nelle fogge francesi, sono in grandissimo numero, tra’ quali alcuni, che avendo lavorato nelle più celebri botteghe di Francia e d’Italia, servono in modo che soddisfa anche alle persone che amano l’eleganza”. A Sassari c’erano circa quaranta sartorie che impiegavano più di cento maestri, sessanta garzoni e quaranta donne, cui il Gremio offriva qualsiasi tipo di assistenza o supporto (soprattutto sanitaria ed economica) in caso di necessità. Tuttavia la partecipazione alle attività della corporazione veniva spesso disattesa per il fatto che ogni maestro era gelosissimo delle sue tecniche e “segreti” professionali; inoltre, il lavoro era molto impegnativo e da seguire con cura: disegnare e tagliare le stoffe, seguire i dipendenti, accogliere i clienti per le misure e le prove lasciava poco tempo per le pratiche gremiali. Così il numero delle botteghe è andato riducendosi progressivamente, tanto che oggi le sartorie che realizzano interamente le loro confezioni sono solo due: Tedde e Campus.


Esistono anche piccole botteghe dedite per lo più a piccole riparazioni e realizzazioni di interventi ordinari su abiti ed indumenti già confezionati.
Considerato l’impegno e la difficoltà che comporta tenere una sartoria alcuni imprenditori hanno convertito questa attività adeguandola alle attuali esigenze di un certo tipo di clientela che punta a prodotti di qualità sartoriale, ma immediatamente disponibili, come l’alta moda ed il pret a porter. Sono i nomi storici del commercio sartoriale sassarese: Maccioccu, Fanari e Desole.

www.macciocu.it
www.majorefanari.it
www.desoleabbigliamento.it